La colpa non esiste: Esegesi delle relazioni umane e divine

La manifestazione della colpa rappresenta un tema tra i piu antichi della storia dell’uomo che ancora oggi dopo duemila anni mantiene inalterata la sua incisiva presenza nella moderna civiltà.
Ma cos’è la colpa? E’ comunemente intesa come un’azione spesso legata alle vicende umane di trasgressione dalle leggi della società e/o da dettami e moniti della legge universale, delle religioni che tendono ad assumere un atteggiamento punitivo nei confronti di chi si ribella alle regole condivise che coinvolgono un singolo individuo, un gruppo una comunità. Allo scopo di mantenere questo ordine costituito da leggi e regole con sfondo morale il vissuto emotivo genera nel tempo continuo i sentimenti di colpa che rappresentano una sensazione più o meno consapevole di un sentire fastidioso ,opprimente, ossessivo che crea un’alterazione del sentimento di se e degli altri con conseguente stato depressivo reattivo o endogeno a contenuti anche deliranti .Gli elementi della colpa sono quindi sentimenti ed emozioni, giustizia umana e divina, ribellione alle leggi a volte anche inique ingiuste a cui non può prodursi una risposta consolante o comprensiva della componente delittuosa commessa dall’individuo. Le immagini della colpa vengono rappresentati nell’arte, nella cultura dei popoli, nella filmografia. Il vissuto di colpa complesso materno o paterno? La disobbedienza Adamo e la sua cacciata dal paradiso- Prometeo con il sapere rubato agli dei per darlo agli uomini e il fegato rosicato-mangiato dall’aquila. Colpa e hybris intreccio tra uomini del mito e vicende umane. Colpa come freno per l’esuberanza o arroganza degli uomini. Il Mito dell’androgino, tra i tentativi degli uomini dall’affrancarsi da Dio, poterne fare a meno, autonomie, liberalizzazione. I temi fondamentali della psicodinamica della colpa seguono sentieri di tentativi infruttuosi di liberarsi da complessi genitoriali che coinvolgono le sensibilità morale e naturali del singolo individuo. Ma la colpa originaria essendo un archetipo genera costanti rimandi al mistero della sua soluzione per poter essere risolta con inevitabili ricadute sulle umane sorti che attraggono l’archetipo evocando costantemente i sentimenti corrispondenti ad azioni che sono legate a vissuti di trasgressione e di rinuncia con il sacrificio dell’anima

Ma l’amore per la conoscenza necessita di psiche in quanto la conoscenza non può svilupparsi senza amore che rappresenta l’elemento che trasforma il mercurio da solido a volatile, da qui si comprende come nella relazione terapeutica la funzione del transfert diventa elemento essenziale affinché la conoscenza di sé possa diventare capacità di insight per l’analizzando e funzione terapeutica per la psiche in cerca di eros. In breve quando Psiche tradisce Eros non in senso fisico ma nell’intima presenza e nella complicità fra amanti, il panico e la disperazione si impadronirono di Psiche che senza Eros è destinata ad una vita arida e diurna:
Ecco perchè non si può vivere senza amore. L’esperienza dell’amore oggettuale priva l’individuo della componente simbolica della psiche in quanto contrapposta a quella narcisistica, es. l’amore dei genitori per i figli è narcisistica, ma dentro i propri limiti non apre all’infinito all’universale all’esperienza divina, l’incontro con il principe/principessa con dio o il pantheon. Tutto questo seppur frutto solo di intense emozioni che sono per l’individuo la conseguenza della vita reale fantasmatizzata nell’infanzia hanno una funzione simbolica trascendente di ineludibile significato.
La madre cosi dà la vita e il padre è il senso della vita stessa quindi la madre è la colpa e il padre il senso. Insieme nella fusione dell’archetipo rappresentano il senso di colpa.
La conoscenza è sempre stata potere ma quando intrisa di eros è a servizio dell’umanità come esempio come educazione psicoterapia spiritualità e religione quando finalizzata alla polis rimane dentro le categorie della razionalità e quindi priva della funzione sentimento. Quindi la colpa con il suo senso o il senso con la sua colpa rimandano al rapporto ermafroditico dell’archetipo dei genitori che spinti dal loro consapevole desiderio di onnipotenza vogliono aspirare alla deità insita nella loro natura ma vengono ostacolati dall’invidia del divino che non vuole permetter loro l’accesso al panteon.
Soltanto chi conosce se stesso ed è in grado di governare le sue azioni umane libera la propria coscienza dal senso di colpa e risolve il complesso genitoriale madre/padre diventando esso stesso archetipo candidato alla vita divina senza resurrezione.

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